Campo di volo

And in the end
I'd do it all again
I feel you're my best friend
Don't you know that the kids aren't alright?

Si raccoglie ciò che si semina.
Nel corso della propria esistenza, ognuno raccoglie i frutti delle proprie buone azioni o ortiche dalla zizzania che si è seminata. Il mondo altro non è che un immenso campo di volo, le cui leggi sono dominate da un eterno andare e tornare di informazioni, buone azioni, maleparti, insegnamenti.
Veniamo messi al mondo in un gesto che sa di miracolo (ma anche di maledizione) ed arriviamo ad un punto, tutti, in ci ci chiediamo che cosa ci facciamo qui. Qual è il nostro posto nel mondo. Cosa è meglio fare, se ciò che è buono o ciò che è giusto per noi. Prendere o lasciare?
Sarebbe bello, fin troppo bello, se qualcuno ci direzionasse verso le nostre inclinazioni, se il globo si inchinasse ai nostri voleri e ci dicesse "Ecco, mi prostro ai tuoi piedi cosicché tu possa realizzare ogni tuo desiderio"- certo, a volte succede che la strada ci venga spianata, che i nostri sogni ci vengano serviti su un piatto d'argento, ma il Fato ci fa lo sgambetto e la Vita ci frega, solo perché non c'è gusto in un lieto fine. 
Ho imparato a non fidarmi delle certezze, a riporre la mia fede unicamente nel fiasco dell'ultimo minuto, fino a perdere la fiducia in me stessa, completamente, totalmente. Fino a credere di non meritarmi la mia realtà così come i miei sogni, il mio lieto fine. E a tutti coloro che si chiedono il perché della mia mediocrità, specie  paragonata alla mia gloria passata, rispondo così: non si combatte in qualcosa in cui non si crede. 
Ma come biasimare la concretezza del pessimismo di un'adulta? I bambini onnipotenti sognano il campo di volo, la pista, il decollare. E sono pronti a studiare, combattere, impugnare la cloche e andare, perché viene loro insegnato che possono essere qualsiasi cosa desiderino. Poi sbattono contro la realtà, che si staglia davanti a loro come una vetrina, è trasparente ma è lì.
Per cui tutto il "puoi" che ti viene detto si trasforma in un "non così", e tutte le tue certezze, le tue speranze vengono fatte fuori a colpi di mannaia, una ad una.
In senso lato, è facile farsi prendere dallo sconforto. Non vedere la luce in fondo al tunnel. Farsi opprimere dal pessimismo. Io stessa ho visto nero per anni. Peccato per me, perché la Vita va morsa, spintonata e presa a pugni fintanto che lei lo fa con noi. Per i propri sogni, almeno un minimo, è necessario lottare, per quanto megalomani e impossibili siano. E se la Thyche decide di separarci definitivamente da essi, è necessario continuare; sognare altro, pensare ad altro, sempre per donare al prossimo in questo immenso ritorno, in questo campo di volo globale.
Il vento che spira sulla pista è quello del Fato, ma ai comandi del velivolo ci siamo noi. Ognuno ha il proprio, che sia un elicottero, o un bimotore scassato, o un boeing di linea, o un deltaplano flessibile quanto inaffidabile; l'importante è volare. Poco, ma intensamente. A lungo, su venti placidi.
E la nostra testa è la bussola, che a volte si smagnetizza, ma ci guida in un viaggio eterno e incessante.


Pronta ai comandi, 
-Maria Federica

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