Post

Visualizzazione dei post da 2019

Un'ultima cosa da dire

Il mio nemico non ha nome Non ha nemmeno religione E il potere non lo logora Il potere non lo logora Sono seduta davanti il computer, con un toast al formaggio e un bicchiere di the alla pesca a mezzanotte e mezza. E sto scrivendo articoli, con gli occhi stanchi, con la pancia dolorante, con la mente affaticata e la lingua pungente morsa tra i denti. Perché? Al momento provo unicamente a voglia di lamentarmi. Non di parlare di argomenti condivisibili dal lato sensibile e umano del lettore tipico di questo blog, no, voglio solo lasciare andare la mia vena critica e fare un'autentica strage. Perché#2 ? Perché l'alternanza è inutile, inutile , ecco, l'ho detto. Ed è inutile che per una manciata di crediti io stia seduta a fare i conti con il mio blocco dello scrittore- perché, parliamoci chiaro, se ho il blocco, il blocco c'è per me, c'è per i miei progetti, c'è per il blog e c'è pure per l'asl , che significa in linea diretta CHIUSO PER FERIE

Flusso di (in)coscienza

And I think it's gonna be a long long time' Till touch down brings me round again to find I'm not the man they think I am at home Ascolti Elton John nella vasca da bagno e chissà come e chissà perché, senti il tempo che si ferma. Con il piano, la chitarra in sottofondo e l'incenso da bagno in mano ti chiedi come tu ci sia arrivata lì, il giorno prima di una partenza, in quella coordinata di attesa. La vita ti confonde, le novità ti intimoriscono e non riesci a fare a meno di provare ansia per il futuro prossimo che ti attende. Torni tra una settimana e non sai come torni, se torni, se torna qualcun altro al posto tuo, chi lo sa. Poi ti metti su un aereo scassato tremolante, appena 12 ore dopo, e atterri in un posto sconosciuto, bello ed ordinato, in cui le regole sono sovvertite. Entri in un supermercato e non ci sono i piatti o i bicchieri di plastica, l'acqua in bottiglia costa quanto un pranzo intero e c'è alcol a volontà, con i prezzi che ti urlano

Decade di fuoco

Youth is a dream, a form of chemical madness. Mi sono fermata sempre più spesso, negli ultimi mesi, a ripensare al valore del periodo che sto vivendo.  Adolescenza. Teenage. Che per gli adolescenti è uno strazio, perché è la quintessenza dell’instabilità, del cambiamento. Mai nessuna certezza, o decisione definitiva, solo un’incostanza e una volubilità così costanti da sfinirci. E forse, proprio per tutti questi dolori, che più che dolori veri e propri sono gioie che si fanno attendere e poi non arrivano mai, finiamo per temprarci, per cedere all’abitudine. Diventiamo adulti, infatti, quando il male non è più la conseguenza ultima del peggiore degli sbagli, ma, semplicemente, un’opzione. Molto spesso la più probabile. Per gli adulti, invece, è una sorta di età dell’oro da rivangare, celebrare e a cui non si può che guardare con nostalgia. È perché è l’ultimo periodo della vita che si vive con una certa spensieratezza che bisogna glorificarlo sino a creare un’idea così ben

Riflessioni

Oh, will wonders ever cease? Blessed be the mystery of love Il processo creativo è uno dei misteri dell’umanità: accade con dinamiche diverse per ognuno, in maniera diversa ogni volta.  Può essere studiato, stimolato, incrementato; può accadere in ogni circostanza e scaturire dalla minima cosa.  Un libro, una fotografia.  Mentre si perde un aereo o mentre si attende che la campanella ponga fine alla lezione.  In una folla di persone o dentro una biblioteca silenziosa.  O in una rumorosa, proprio come quella in cui mi trovo adesso, in cocente attesa che la Musa muova la mia mano a tracciare frasi di senso compiuto su un foglio. Tuttavia non può funzionare così: più si cerca l’ispirazione, più lei si terrà lontana. O, quantomeno, è quello che mi è sempre parso succedere a me.  Mi metto al quaderno, fisso il foglio bianco, conto le righe che devo riempire e penso alla miriade di cretinate di cui posso infarcirle, facendo leva sulla coscienza o sui sentimenti, a seconda di

Sereno

Little darling, it's been a long cold lonely winter Little darling, it feels like years since it's been here Here comes the sun Here comes the sun, and I say It's all right Respirare.  Risalire in superficie dopo l’apnea.  Prendere una boccata d’aria dopo che i polmoni bruciavano dalla voglia di inspirare. Questa è la sensazione che sto provando. La veglia dopo il sonno. La risata dopo il pianto. Il sereno dopo l’uragano. Mi voleva risucchiare, portare via. Mi avrebbe aspirata e forse non sarei mai più stata la stessa. Forse il mio cuore non si sarebbe mai più ricomposto, forse avrei continuato a pugnalarmi al petto fin quando non ne sarebbe rimasto niente. E invece oggi il coltello lo uso solo per tagliare le zucchine (che, tra l’altro, cotte al vapore fanno davvero pena- senza offesa per le zucchine ). Il sereno è qui. A volte fa freddo, l'acqua su cui galleggio è gelida, ma riesco a tenermi a galla. Nuoto in un mare che sembra metallo liqui

Lo Stato

All of our heroes fading Now I can't stand to be alone Let's go to perfect places Lo Stato delle margherite. Non hai bisogno di un passaporto per entrarvi. Basta poco. L’unica cosa di cui hai bisogno per farne parte è te stesso.  Forse, però, non è così facile avere quel poco. Lo Stato è un posto fisso, ma è privo di coordinate. Ha delle regole, ma non una legislatura. Tutti vi possono accedere, eppure non ha abitanti, solo viaggiatori e passanti. Nessuno lo governa; non c’è nessuno da governare, in realtà. Non ha una lingua ufficiale; non si parla molto, là; frammenti di ricordi, parole importanti.  Nello Stato diamo più importanza ai momenti di silenzio, o ai sorrisi complici, insomma, frangenti di connessione. Le parole aiutano a raccontarlo, ma descriverlo non sarà mai come entrarci. Come viverlo . Ci arrivi stando in mezzo a un campo sotto un cielo carico di di pioggia; nel momento in cui ti togli le scarpe ad una festa per potere ballare ancora più forte