Cronache della dimenticanza, parte I: Fuoco

Una sola scatola di fiammiferi brucerà ciò che incontra sul cammino

Corre giù per la montagna, meglio chiamare i vigili del fuoco



Sarò diretta: perché vuoi dimenticarti di me?
Cosa ti ho fatto? Quale oltraggio ho compiuto nei tuoi confronti?
Ti ho ingiuriato? Diffamato pubblicamente?
Che cosa ha innescato nella tua psiche il meccanismo secondo il quale io sarei materiale da buttare? No, non buttare. L'immondizia finisce sempre da qualche parte, magari nelle discariche, a farsi compagnia per sempre.
Sono materiale da bruciare per te, da incenerire per te.
Il fuoco non lascia traccia se non una scia di cenere, che però ritorna velocemente alla Terra creatrice da dove proviene.
Fuoco, incendio per non lasciare niente di me nella tua vita. Niente di me nella tua testa.
Cos'è, ti ho scottato? Ti ho fatto del male lambendoti con le mie fiamme? Sono (stata) per te una pira troppo luminescente e troppo tentatrice da indurti a toccarla e ustionarti? Non ti avrei mai chiesto di avvicinarti se avessi saputo che ti avrei fatto del male. E soprattutto non mi sarei mai avvicinata più di tanto se avessi saputo che avrei dovuto bruciare da sola, in silenzio e lontano da te, nel buio della dimenticanza, nel profondo dell'oblio in cui mi hai scaraventata per scordarti di me.
Per elidermi dalla tua memoria.
Sono ancora incredula, io che non oserei dimenticare ogni singola cicatrice che mi hai inflitto. Io che con te sarei volentieri divenuta cenere, se amare avesse significato unicamente bruciarsi fino alla morte.
Ti prego mettiti in salvo.
Perché la mia furia arderà ogni ostacolo incontrato sulla sua via.


-Maria Federica

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