(Hope)less

Spero che "senza speranza"
Cambi con il tempo

Vado male a scuola e sono una disgrazia. Mi ribello perché non riesco a vivere solo come cuscinetto per il dolore delle persone e sono una disgrazia. Non dovevo nascere, e sono una disgrazia.
L'unica cosa che so fare è scrivere della mia disgrazia, intanto che il mondo la legge e la usa come catarsi.
Chiunque pensi che queste parole, questo blog siano frutto unicamente di un otium letterario e uno sguardo attento ai grandi pessimisti del passato, può ricredersi adesso.
Non sono poetica, sono infelice. Maledetta. E non c'è niente di bello, ideale o romantico in questo.
Tutto è più bello su carta. Ma scommetto che odiereste chi è dietro questa penna, una che una scrivania e scrive e studia seduta su qualche cuscino, per terra, o che strappa via le tende dalle portaline perché il mondo le vuole male, perché la natura la aborrisce. Mi disprezzereste come fanno tutti, e con me il quadernino verde con A Silvia di Leopardi stampata in copertina.
Mi fa quasi ridere di rabbia come il sentiero di questo portale si sia modificato spontaneamente- e, ancora, non c'è niente di bello in questo, è l'ennesima dimostrazione del fatto che non sappia portare a termine nulla.
E rido realmente, tra le lacrime, se penso che il nome Lo stato delle margherite l'ho scelto pensando al fiore più genuinamente felice che mi potesse venire in mente.
Mi sentivo una margherita a tredici anni; a diciassette forse sono un rovo e ogni mio bocciolo è appassito per l'orrore di essere me.
Questa non può essere la mia vita, un incubo ad occhi aperti che infesta il mio presente. Questa non posso essere io, incapace di svegliarmi, di fermare tutto e di aprire gli occhi.
Ahi, ahi...

Va' a dormire, svegliati con il sole.

Apri le finestre, senti gli uccellini cinguettare.
Per quanto tu possa sentirti rovinata, non c'è pessimismo che a freddo non possa ragionevolmente mutare in ottimismo.

Una più serena

-Maria Federica